Habemus calendari! Finalmente
qualche certezza in questo clima di incertezza che deriva dalla
possibile riammissione in B del Novara e conseguente posto libero
nuovamente in Lega Pro. Neanche in un film si riuscirebbero a creare i
colpi di scena come in questa estate folle che si sta vivendo tra
secondo e terzo piano del calcio italiano.
Dopo il disastro etico (sportivo) della Nazionale di Prandelli, ci siamo tuffati speranzosi nella stesura della nuova stagione in Lega Pro, la quale era pregna di novità. Intanto come ben sappiamo la Seconda Divisione (ex C2) non c'è più e la cura dimagrante ha visto scendere di altri nove club il lotto delle belle che faranno parte della "C unica". Non più Prima o Seconda, ma una "Lega Pro" divisa in tre gironi da venti che ha ingolosito - non ne avevamo dubbi - la tv, pronta a regalarci tutte le partite di un campionato che si prospetta quanto meno interessante.
Giusto l'interesse, ma si è un tantino esagerato. In particolar modo sulla spartizione delle trenta gare settimanali. Ci sono partite spalmate dal venerdì al lunedì e bisogna ammettere che non sappiamo quale logica perversa abbia creato un calendario simile. Neanche Lars Von Trier, noto regista abituato a stranezze nelle sue pellicole, sarebbe arrivato a pensare questo mostro. Fossimo nel management del danese ci metteremmo in contatto con chi ha creato questo prodotto. Gli può tornare utile per il futuro quando sarà a corto di idee.
Partite a tutte le ore: il venerdì alle 19:30 e alle 20:45. Il sabato: tre partite alle 14:30, tre alle 15:00, tre alle 16:00, tre alle 17, due alle 19:30. La domenica una partita alle 11:00, due alle 12:30, quattro alle 14:30, tre alle 16:00, tre alle 18. Infine il lunedì con il posticipo alle 20:45.
Ci si è subito buttati a chiamarlo "campionato spezzatino". A noi pare di avere a che fare con gli avanzi di una cena che vengono dati al cane. Il quale se non li finirà la notte, ne avrà per il giorno dopo.
Un guazzabuglio incomprensibile.
Una domanda ai vertici della Lega Pro, gli stessi che ad ogni pié sospinto gridano al "ritorno delle famiglie negli stadi". Quale famiglia pensano di portare allo stadio, ipotizzando, la domenica mattina alle 11? I tifosi di una squadra che gioca il venerdì alle 19:30, per seguire la loro squadra dovranno perdersi mezza giornata di lavoro? Quando si prendono queste decisioni, si pensa ogni tanto al fruitore, oppure si ragiona sulla testa delle persone, senza conoscere null'altro che la logica del profitto a tutti i costi e pazienza se a qualcuno non sta bene?
Nel 2014 il concetto di famiglia ormai si è allargato, ma stentiamo a pensare quale famiglia possa giovarsi di orari così strampalati che solo a ricordarli, ti passa la fantasia di andare a vederla.
Si parte venerdì 29 agosto alle 19:30, ma la cosa più aberrante è l'anticipo della domenica mattina alle 11 del 31 agosto. Alle 12 si boccheggerà in campo e la tv ringrazierà per il prodotto. Complimenti!
Non ci siamo e lo diciamo apertamente. Non è così che si trattano le persone, le famiglie e i tifosi che vogliono seguire la loro squadra del cuore. Ci siamo battuti per far disputare le prime domeniche di campionato in orari più umani e invece cosa troviamo? Tutto capovolto. Inutile chiederlo a Macalli o Ghirelli: getterebbero la palla in tribuna dicendo che decidono le società e loro possono solo dare delle indicazioni.
Pensavamo che il campionato dei campanili avesse un minimo di rispetto per tutti, invece dobbiamo veder abdicare anche l'ultima isola che non c'è, piegata ad un ipotetico campionato spezzatino che neanche uno chef còlto da schizofrenia riuscirebbe a rendere così immangiabile.
Però un merito potreste averlo cari vertici così lontani dalle abitudini dell'italiano medio: cancellare quel poco di colore che si vede tra un grigio di una tribuna e un'altra. Alla fine non rimarranno che l'arbitro, gli ispettori di Lega, i giornalisti e i giocatori. Il resto? Sta cercando di mangiare un prodotto avariato fin dall'inizio.
Ad maiora.
Dopo il disastro etico (sportivo) della Nazionale di Prandelli, ci siamo tuffati speranzosi nella stesura della nuova stagione in Lega Pro, la quale era pregna di novità. Intanto come ben sappiamo la Seconda Divisione (ex C2) non c'è più e la cura dimagrante ha visto scendere di altri nove club il lotto delle belle che faranno parte della "C unica". Non più Prima o Seconda, ma una "Lega Pro" divisa in tre gironi da venti che ha ingolosito - non ne avevamo dubbi - la tv, pronta a regalarci tutte le partite di un campionato che si prospetta quanto meno interessante.
Giusto l'interesse, ma si è un tantino esagerato. In particolar modo sulla spartizione delle trenta gare settimanali. Ci sono partite spalmate dal venerdì al lunedì e bisogna ammettere che non sappiamo quale logica perversa abbia creato un calendario simile. Neanche Lars Von Trier, noto regista abituato a stranezze nelle sue pellicole, sarebbe arrivato a pensare questo mostro. Fossimo nel management del danese ci metteremmo in contatto con chi ha creato questo prodotto. Gli può tornare utile per il futuro quando sarà a corto di idee.
Partite a tutte le ore: il venerdì alle 19:30 e alle 20:45. Il sabato: tre partite alle 14:30, tre alle 15:00, tre alle 16:00, tre alle 17, due alle 19:30. La domenica una partita alle 11:00, due alle 12:30, quattro alle 14:30, tre alle 16:00, tre alle 18. Infine il lunedì con il posticipo alle 20:45.
Ci si è subito buttati a chiamarlo "campionato spezzatino". A noi pare di avere a che fare con gli avanzi di una cena che vengono dati al cane. Il quale se non li finirà la notte, ne avrà per il giorno dopo.
Un guazzabuglio incomprensibile.
Una domanda ai vertici della Lega Pro, gli stessi che ad ogni pié sospinto gridano al "ritorno delle famiglie negli stadi". Quale famiglia pensano di portare allo stadio, ipotizzando, la domenica mattina alle 11? I tifosi di una squadra che gioca il venerdì alle 19:30, per seguire la loro squadra dovranno perdersi mezza giornata di lavoro? Quando si prendono queste decisioni, si pensa ogni tanto al fruitore, oppure si ragiona sulla testa delle persone, senza conoscere null'altro che la logica del profitto a tutti i costi e pazienza se a qualcuno non sta bene?
Nel 2014 il concetto di famiglia ormai si è allargato, ma stentiamo a pensare quale famiglia possa giovarsi di orari così strampalati che solo a ricordarli, ti passa la fantasia di andare a vederla.
Si parte venerdì 29 agosto alle 19:30, ma la cosa più aberrante è l'anticipo della domenica mattina alle 11 del 31 agosto. Alle 12 si boccheggerà in campo e la tv ringrazierà per il prodotto. Complimenti!
Non ci siamo e lo diciamo apertamente. Non è così che si trattano le persone, le famiglie e i tifosi che vogliono seguire la loro squadra del cuore. Ci siamo battuti per far disputare le prime domeniche di campionato in orari più umani e invece cosa troviamo? Tutto capovolto. Inutile chiederlo a Macalli o Ghirelli: getterebbero la palla in tribuna dicendo che decidono le società e loro possono solo dare delle indicazioni.
Pensavamo che il campionato dei campanili avesse un minimo di rispetto per tutti, invece dobbiamo veder abdicare anche l'ultima isola che non c'è, piegata ad un ipotetico campionato spezzatino che neanche uno chef còlto da schizofrenia riuscirebbe a rendere così immangiabile.
Però un merito potreste averlo cari vertici così lontani dalle abitudini dell'italiano medio: cancellare quel poco di colore che si vede tra un grigio di una tribuna e un'altra. Alla fine non rimarranno che l'arbitro, gli ispettori di Lega, i giornalisti e i giocatori. Il resto? Sta cercando di mangiare un prodotto avariato fin dall'inizio.
Ad maiora.
Piccola nota a margine: l'unico aspetto positivo sarebbe se ci piazzassero una bella trasferta il sabato alle 16:00 o alle 17:00 oppure domenica alle 16:00 o alle 18:00 non sarebbe poi così male...
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